Aggiornamento sull’IMU per la prima casa di coniugi con residenze diverse
Nuovo ribaltamento sul fronte dell’IMU sulla prima casa.
La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 209/2022, ha dichiarato l’illegittimità di qualsiasi disposizione di legge che condizioni l’esenzione IMU dell’abitazione principale alla convivenza con l’altro coniuge.
In questo modo ha superato sia la Corte di Cassazione che una norma introdotta nel 2022 (di cui abbiamo parlato in questo articolo al momento della pubblicazione), sulla base del principio che non si può combattere un comportamento scorretto sacrificando chi, invece segue correttamente le regole.
La Suprema Corte ha sottolineato come la norma introdotta negasse i diritti della famiglia sanciti dalla Costituzione, andando a favorire, ad esempio le coppie di fatto che avrebbero potuto mantenere l’esenzione.
In un prossimo aggiornamento le conseguenze di questa decisione della Consulta.
Come abbiamo visto in approfondimenti precedenti, è esonerato dal pagamento dell’Imposta Municipale Unica (IMU) il possessore, con i componenti del suo nucleo familiare, che dimori in un’abitazione che viene definita “prima casa”.
In sostanza, se si è proprietari di un immobile in cui si dimora abitualmente (cioè che la legge riconosce come prima casa) e che abbia la categoria catastale A2 (abitazioni civili), A3 (abitazioni di tipo economico), A4 (abitazioni di tipo popolare), A5 (abitazioni di tipo ultrapopolare), A6 (abitazioni di tipo rurale) e A7 (villini), non viene richiesto il pagamento dell’IMU.
Nel tempo, tuttavia, una circostanza ha generato alcuni conflitti interpretativi che hanno portato ad un escamotage per aggirare la normativa sull’IMU.
Spesso è accaduto che nell’ambito di un nucleo familiare, dopo l’acquisto di una seconda casa, uno dei due coniugi spostasse la residenza nel nuovo immobile, in modo da poter godere dell’esonero dall’imposta. Questa circostanza era impedita nel caso di immobili siti nello stesso Comune, tuttavia, era permessa per immobili situati in Comuni diversi.
La norma, chiaramente, era prevista per tutelare chi nel tempo, fosse costretto a spostare la residenza soprattutto per motivi lavorativi.
Sulla questione è intervenuta la Corte di Cassazione nel 2021 affermando che per ottenere la doppia agevolazione sia necessario dimostrare l’effettiva residenza pena il pagamento dell’IMU per entrambi gli immobili, proprio per evitare che un solo nucleo familiare usufruisca di una doppia agevolazione fiscale.
Come evitare che un solo nucleo familiare usufruisca dell’agevolazione due volte?
La questione è stata risolta dal punto di vista normativo, con un emendamento al decreto fiscale collegato alla Legge di bilancio 2022, in cui si dispone che “nel caso in cui i componenti del nucleo familiare abbiano stabilito la dimora abituale e la residenza anagrafica in immobili diversi situati nel territorio comunale o in comuni diversi, le agevolazioni per l’abitazione principale e per le relative pertinenze in relazione al nucleo familiare si applicano per un solo immobile, scelto dai componenti del nucleo familiari”
Cosa significa questo emendamento?
Significa che l’agevolazione per la prima casa, vale per un unico immobile a nucleo familiare. Per questo motivo, i coniugi con doppia residenza (all’interno dello stesso Comune o in Comuni diversi) dovranno scegliere su quale immobile pagare l’IMU.
La norma ha valore innovativo, quindi i proprietari dovranno effettuare la scelta entro il 30 giugno 2023 in relazione all’anno 2022, tramite una richiesta di esenzione da presentare al Comune in cui l’immobile è situato. Non ci saranno effetti su eventuali accertamenti relativi agli anni precedenti.
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