È trascorso un anno esatto dall’inizio di una pandemia che nessuno avrebbe mai realmente immaginato e che ha cambiato le vite di ognuno di noi, per sempre. Abbiamo dovuto accettare le restrizioni alla nostra libertà di muoverci, abbiamo dovuto imparare a stare lontani, a stare soli, a stare distanti anche quando ci si vede.
Gli Italiani hanno scoperto che i ritmi di vita a volte si possono e si devono rallentare, che c’è possibilità di conciliare meglio i tempi di lavoro e di vita. Ma, onestamente, si immaginava che il tempo di tutte queste lezioni fosse terminato e che sarebbe arrivato verso ottobre il momento di metterle in pratica. Invece, il covid ci tiene ancora sotto scacco e ci troviamo ad aver girato la boa del primo anno e possiamo tirare qualche somma rispetto a quanto è accaduto.
Il nostro lavoro è molto cambiato. Gli appuntamenti, le stipule, le valutazioni, le consulenze, le richieste. Ci stiamo adattando ad una nuova realtà, proviamo a condividerla con voi.
Un anno di pandemia: cosa è cambiato
Gli appuntamenti
Fare gli appuntamenti ai tempi del covid, eccetto nel periodo di marzo e aprile dello scorso anno, è sempre stato possibile, ma le dinamiche sono molto cambiate. Intanto, invitiamo i clienti a venire al massimo in due e ovviamente muniti di mascherine, e cerchiamo di non essere tutti all’interno dei locali da visitare.
Per le case abitate la situazione è più complessa. Alcuni inquilini/abitanti degli immobili ci hanno chiesto di sospendere le visite o di sostituirsi a noi durante la visita. È immaginabile che gli esiti non possono essere proprio gli stessi!
Nella maggior parte dei casi, siamo comunque riusciti a far prendere visione degli immobili, e fortunatamente abbiamo incontrato clienti molto rispettosi ed attenti.
All’inizio della pandemia in molti hanno pubblicizzato “virtual tour” volendo così evitare il contatto diretto e pensando che una videochiamata potesse essere una valida alternativa alla visita classica. Noi non lo abbiamo né proposto né fatto. Per esperienza sappiamo che le case, oltre a soddisfare un bisogno abitativo soddisfano anche bisogni più profondi e le persone vogliono entrare in contatto con le cose prima di prendere decisioni. A dire il vero, nessuno ci ha chiesto di cedere a questa modalità. Piuttosto hanno preferito attendere la possibilità di fissare un appuntamento.
Le stipule
La pandemia è iniziata mentre noi avevamo un paio di trattative attive e c’è stata la necessità di far conoscere i clienti. In questo caso ci ha aiutati la tecnologia e abbiamo fatto un paio di videochiamate per permettere alle parti di incontrarsi seppur virtualmente.
Dopo il primo periodo, avendo una sala riunioni abbastanza grande e con una bella finestra, non abbiamo avuto problemi a svolgere tutto in presenza in ufficio. Il gel per le mani e l’alcol per disinfettare il tavolo sono diventati i nostri più fedeli alleati!
Le valutazioni
Valutare un immobile adesso è diventato più complesso. Abbiamo i dati dell’Agenzia del territorio, le stime a metro quadro per zona, tuttavia l’aria che si respira è di grande incertezza, per cui possiamo dire che il trend continuerà ad essere negativo, anche nell’affitto che in genere mantiene il suo mercato più stabile nel tempo.
Le consulenze
Molte consulenze riguardano, la possibilità di chiedere una riduzione dei canoni di locazione o, dal lato dei proprietari, cosa fare in caso di una tale richiesta. Il nostro suggerimento, soprattutto in caso di contratti di studenti universitari e di locali commerciali, è stato di andare incontro alle esigenze del conduttore. Al momento, se un immobile adibito a questo tipo di locazioni si libera, non è dato sapere in quanto tempo sarà possibile riaffittarlo.
Per gli immobili in vendita, moltissime domande sui bonus previsti per gli immobili. Sismabonus, Bonus 110% per le ristrutturazioni. Dopo aver dato le prime informazioni di base abbiamo sempre cercato di far parlare i nostri clienti con tecnici che si stanno occupando della materia.
Affitti a studenti e locali commerciali. I settori più colpiti
Le richieste – il mercato
La tipologia di case richieste è cambiata durante questo anno.
A maggio 2020 e fino all’estate, c’è stato un boom di richieste di case in campagna. Tanti mesi chiusi in casa, senza avere lo sfogo di uno spazio esterno, ha fatto nascere in molti l’esigenza di una vita più bucolica. Salvo poi accorgersi che la vita in campagna è impegnativa e non significa solo avere un po’ di spazio in cui far giocare i figli.
Sicuramente il bilocale di 50 -55 metri quadrati arredato e in buone condizioni, che normalmente avremmo affittato in poche settimane, è rimasto sul mercato più a lungo, proprio per la paura di ritrovarsi chiusi in uno spazio troppo piccolo in caso di nuovo lockdown.
È sparito completamente il mercato degli studenti, solitamente molto vivo nei periodi da luglio a ottobre. E quando diciamo sparito, intendiamo un crollo del 100% delle richieste.
I locali commerciali stanno subendo quasi la stessa sorte. Prima dell’inizio della pandemia con i fondi di “Resto al Sud”, si stava muovendo qualcosa. Adesso il timore di investire molto, anche per adeguarsi alle normative anti-covid e di dover stare chiusi per interi mesi è più forte della voglia di iniziare una nuova impresa. Piuttosto, i più audaci stanno provando a convertire le idee sul commercio online.
Chi sta mettendo in vendita i propri immobili sa che i prezzi sono scesi e probabilmente scenderanno. Sa anche che se lo fa per poter acquistare qualcos’altro, potrà godere di questo vantaggio.
Le prospettive.
Come ebbi a dire un anno fa, fare previsioni adesso è un poco come tirare ad indovinare. Non ci sono tutti gli elementi per capire cosa accadrà. Primo fra tutti non sappiamo se ci sarà un ritorno alla normalità (quale normalità?) e in che tempi. Ci sono temi importantissimi che influiscono sul nostro settore, quali il blocco dei licenziamenti, la riapertura delle attività commerciali e la propensione degli italiani a spendere e cambiare dopo questo lungo e difficile anno pandemico.
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