Era stata già annunciata dal sottosegretario all’Economia Massimo Bitonci ed è stata inserita nel Documento di Economia e Finanza presentato nei giorni scorsi.
Parliamo della flat tax sui locali commerciali.
Noi, però, abbiamo imparato a conoscerla come “cedolare secca“.
Una misura a lungo richiesta dalle associazioni di categoria, ma soprattutto dai cittadini proprietari di negozi, soprattutto dopo lo straordinario successo che la tassa piatta aveva ottenuto sui contratti abitativi.
Cosa è scritto nel DEF.
Oggi si introduce una flat tax con aliquota al 21% sui contratti per i locali commerciali.
L’aliquota agevolata si applicherà solo ai nuovi contratti di locazione e, al momento, solo per il 2019.
Restiamo ovviamente in attesa del passaggio parlamentare e dell’approvazione della manovra, anche per capire gli ambiti di applicazione della nuova aliquota.
Se, ad esempio, si potrà applicare a tutti i contratti ad uso diverso dall’abitativo, o solo ai locali commerciali;
se il suo funzionamento sarà uguale a quello della cedolare secca per gli immobili residenziali, andando ad inglobare le imposte di registro e di bollo, se sarà bloccato l’adeguamento ISTAT per la durata dell’opzione.
Quanto si può risparmiare con la cedolare secca sui negozi?
Ipotizzando un locale con un canone annuo di 9600,00€ (800,00€/mese) applicando la tassazione ordinaria, si arriverebbe a pagare l’aliquota del 38% o del 41%, pagando quindi di tasse una cifra che va dai 3648,00€ ai 3936,00€.
Con la flat tax con aliquota al 21%, invece, il risparmio sarebbe di quasi 2000,00€.
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