Quando mettete in vendita un oggetto, il primo passo che compiete è quello di fissare un prezzo.
Difficilmente lo fate seguendo dei criteri economici, spesso, invece, seguite ogni altro criterio immaginabile.
- “Non voglio rimetterci“.
- “Voglio guadagnarci”.
- “La mia casa è di livello superiore”.
- “Non accetto meno di X perché mi servono per affrontare la spesa Y”.
- “Se non ci guadagno quello che voglio, tanto vale non vendere affatto”.
Il prezzo di un immobile sia in vendita che in affitto, non lo fa il desiderio del venditore di ottenere di più. Sono tanti i fattori che influiscono sul prezzo giusto, ma in questo momento ci vogliamo focalizzare su altro.
Sulle domande che vi dovete porre se anche voi, in qualità di venditori, avete pensato quelle frasi.
Se vi siete detti:
- “Non voglio rimetterci” e “Voglio guadagnarci”, sappiate che i prezzi delle case in vendita in tutta Italia, sono in discesa e il trend continua ad essere quello.
Dall’inizio della “crisi” (2008), il prezzo degli immobili è sceso circa del 40%. E le prospettive che il trend si inverta non si vedono all’orizzonte. Se avete le motivazioni giuste e volete vendere adesso, anche se avete comprato a 100, dovete accontentarvi di rivendere a 60.
Non c’è altra soluzione. Prima lo capite e meglio è. Anzi, vendete adesso e non aspettate, perché potrebbe andare peggio.
Per l’affitto il discorso è leggermente diverso. I prezzi si sono sì abbassati, ma dopo si sono molto stabilizzati. In ogni caso, quando da un immobile fermo ( e perciò fonte di spese) si riceve qualcosa, anche se è meno di quello che si percepiva prima, è intellettualmente disonesto dire che non ci si stia guadagnando. - “La mia casa è di livello superiore”, sappiate che ne siamo fortemente convinti.
Sappiate anche che, se questo è vero, la vostra casa costerà più di una casa di livello inferiore, ma sempre nel range di quelli che sono i prezzi che il mercato riconosce. - “Non accetto meno di X perché mi servono per affrontare la spesa Y” sappiate che questa può anche essere una legittima aspirazione. Ma ancora una volta occorre fare i conti con quanto dice il mercato. E ridurre le aspettative sia su quello che si deve vendere che su quello che si deve comprare.
Anche perché, se l’immobile resta fermo e non si vende affatto, la spesa Y resta una chimera. - “Se non ci guadagno quello che voglio, tanto vale non vendere affatto” sappiate che questa frase è un coacervo di emotività e irrazionalità.
Abbiamo già detto che un immobile fermo sul mercato è fonte di costi. Come può una persona ragionevole preferire rimetterci, pagando tutti i costi aggiuntivi di un immobile, invece di assecondare quello che è il mercato?
Non ci sono spiegazioni.
L’unica spiegazione è che queste persone non sono convinte del passo che vogliono compiere e che, forse possono anche permettersi questa indecisione.
Questo ragionamento è identico anche per l’affitto. C’è chi ha talmente a cuore l’arredamento della casa da affittare, che preferirebbe venderla invece che vederlo utilizzato da altri. Ancora non riusciamo a capire il procedimento mentale: ci tengo talmente tanto ad una cosa che preferisco privarmene?
Tutti questi sono esempi, ma tratti da momenti di vita vissuta.
Quando, dopo aver illustrato i motivi di una nostra valutazione palesemente inferiore alle aspettative del proprietario, iniziano queste affermazioni, capiamo che il problema non è il prezzo.
Il legame con l’immobile, le false rappresentazioni della realtà che ognuno di noi si costruisce, sono degli ostacoli al raggiungimento dell’obiettivo. Sempre che l’obiettivo sia vendere o affittare.
Perché a volte non sono quelle le reali intenzioni del cliente che ci è di fronte.
Dobbiamo cercare di capire cosa c’è oltre le frasi fatte e le realtà parallele.
Quello che è certo, è che noi non assecondiamo le illusioni.
Vi è capitato di fare i ragionamenti che abbiamo descritto? Se sì, allora, non raccontatevi altre favole, scriveteci a info@homingimmobiliare.it e saprete qual è il prezzo giusto del vostro immobile.