La riunione di condominio è l’incubo di tutti i condomini, lo abbiamo già appurato.
E spesso questo capita perché ognuno di noi arriva carico di aspettative e di pregiudizi nei confronti degli altri partecipanti.
Certo, perché se intimamente siamo convinti che le nostre istanze siano le uniche corrette e degne di attenzione, siamo altrettanto convinti di avere a che fare sempre con persone irragionevoli, indifferenti e attaccabrighe.
Diciamo che, anche solo per questioni statistiche, non è possibile che tutto il male della vita moderna si concentri durante una riunione di condominio, per cui, abbiamo chiesto a Teresa de Quartery, amministratrice di condominio iscritta alla ALAC (Associazione Liberi Amministratori di Condominio), associazione professionale presente nell’elenco del Ministero delle Attività Produttive, qualche consiglio da seguire per cercare di superare i conflitti che nascono in questi contesti.
Manuale di sopravvivenza alla riunione di condominio – parte seconda
Secondo la Sua esperienza, qual è il comportamento migliore da tenere durante l’assemblea (dando l’educazione per scontata?)
In assemblea è importante ascoltare tutti i presenti, chiedere la parola per replicare e far verbalizzare i propri punti di vista, anche se diversi dalla maggioranza.
I problemi di convivenza nel condominio si risolvono durante le riunioni?
Nella maggior parte dei casi si risolvono.
Presentarsi in assemblea e discutere dei problemi è sintomo dell’intenzione di volerli risolvere. Lo scambio di opinioni aiuta talvolta a trovare soluzioni inaspettate ma ugualmente valide per tutte le parti.
Quale consiglio darebbe ad un condomino che ha un’esigenza non ascoltata dal resto dei residenti?
Consiglierei di chiedere all’amministratore di inserire la sua problematica all’ordine del giorno della prossima assemblea. È importante sensibilizzare personalmente gli altri condomini sulle proprie problematiche, se si vuole raggiungere un risultato.
Quale consiglio darebbe, invece, ad un amministratore che si trova a gestire un’assemblea condominiale per così dire “vivace”?
Consiglierei all’amministratore di parlare a voce bassa. I condomini per sentirlo tenderanno a non alzare la voce. L’amministratore dovrebbe inoltre chiedere ai condomini di prendere parola a turno per ascoltare tutti i punti di vista e lasciare che ognuno termini di parlare.
Quale consiglio darebbe invece ai condomini, per la scelta dell’amministratore di condominio?
Credo che scegliere un amministratore iscritto ad una associazione professionale possa garantire serietà e competenza.
I condomini, infatti , possono informarsi presso l’associazione chiedendo referenze. In associazione sapranno anche riferire sull’aggiornamento professionale che segue l’amministratore, obbligatorio dall’entrata in vigore dell’ultima riforma in materia condominiale. Anche il passaparola, tra condomini, funziona. Se un amministratore viene riconfermato ogni anno nello stesso condominio ed i condomini riferiscono che si tratta di una persona seria e puntuale negli adempimenti, di sicuro, l’amministratore indicato, sarà una persona affidabile.
A questi consigli, aggiungerei anche:
- durante la riunione, rimanere focalizzati su quello che è l’ordine del giorno;
- sfruttare sempre i punti di forza di ogni condomino: il pignolo, ad esempio, in genere sarà anche una persona precisa e informata sulle normative e sui regolamenti;
- infine, non partite mai prevenuti sugli esiti della riunione, perché le persone possono davvero sorprenderci.