In presenza di un indice ISTAT negativo, Francesco ci chiede se dovrà ridurre il canone di locazione (seppure in misura minima) o se potrà lasciarlo invariato rispetto allo scorso anno
Buonasera,
sono il proprietario di un appartamento locato e generalmente ogni anno applico al contratto l’adeguamento all’indice ISTAT. Ho sentito al telegiornale che la variazione percentuale del mese di luglio rispetto allo stesso mese dell’anno scorso è – 0,1 %, come mi devo comportare? Devo abbassare necessariamente il canone o posso lasciarlo invariato?
Francesco
Gentile Francesco,
effettivamente negli ultimi anni si sta verificando spesso un decremento percentuale dell’indice dei prezzi al consumo per le Famiglie degli Operai e degli Impiegati (F.O.I.) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Non esiste, inoltre, una norma, una fonte giurisprudenziale o una prassi consolidata che indichi come comportarsi in questo caso con i contratti di locazione.
È necessario fare riferimento a quanto scritto nel contratto stipulato.
In primo luogo è rilevante controllare che nel contratto sia presente una di queste due formule che richiamino all’aggiornamento del canone come circostanza che si verifichi “automaticamente” o lasciando al locatore la “facoltà di richiedere l’adeguamento”.
Nel primo caso occorre accertarsi che si parli di automaticità dell’aggiornamento del canone di locazione o di automaticità dell’aggiornamento del canone di locazione in aumento.
Nel caso di semplice indicazione dell’automaticità dell’aggiornamento del canone di locazione, con interpretazione letterale, il locatore non ha scelta, e dovrà obbligatoriamente adeguare il canone di locazione in base all’indice Istat, quindi, se l’indice è negativo, al ribasso. Nel caso in cui viene specificato che l’automaticità scatta solo in caso di aumento dell’indice dei prezzi, non si vincola all’adeguamento il locatore se l’indice dei prezzi ha assunto un valore negativo. Sarà quindi possibile per il locatore non richiedere l’aggiornamento, poiché non in aumento come da previsione contrattuale, e lasciare invariato il canone di locazione.
Nel secondo caso, come evidente, basterà al locatore non richiedere l’adeguamento per non veder ritoccato al ribasso il canone.
Se il contratto stipulato, rientra nella categoria dei contratti a canone concordato, la formula è più incerta, non indicando la normativa nazionale alcuna forma di automatismo dell’adeguamento, né se l’adeguamento si debba applicare solamente in caso di aumento dell’indice dei prezzi. L’esplicito richiamo, però, che si fa al testo dei singoli accordi territoriali, indica che è necessario verificare all’interno di ciascun accordo quale formula venga utilizzata.