Dal 1° settembre sono entrate in vigore le nuove norme sugli affitti brevi, emanate per regolare un settore che è diventato strategico per il turismo in Italia, ma che molti problemi sta creando al mercato delle locazioni in Italia.
Cerchiamo di capire cosa occorrerà fare per essere in regola con la normativa.
Il Decreto anticipi e la nuova normativa sugli affitti brevi
Il “Decreto Anticipi” (Dl 145/23 convertito nella Legge 191/23) ha introdotto alcune novità riguardanti il mondo degli affitti brevi.
1. L’assegnazione del Codice Identificativo Nazionale (CIN) da parte del Ministero del Turismo alle unità immobiliari destinate ai contratti di locazione per finalità turistiche, comprese le locazioni brevi, e alle strutture turistico-recettive alberghiere ed extra alberghiere.
2. Obbligo di esposizione del CIN, dagli annunci allo stabile in cui è posizionato l’immobile.
3. L’obbligo di comunicazione dell’inizio di attività (SCIA) presso il proprio Comune e di possesso di una serie di dispositivi di sicurezza (come quelli per la rilevazione dei gas combustibili e gli estintori portatili).
4. Si prevedono sanzioni per l’assenza o la mancata esposizione del CIN, per la mancata presentazione della SCIA o la mancanza dei dispositivi di sicurezza.
Queste norme nascono soprattutto dalla volontà di tracciare su tutto il territorio nazionale i proprietari di strutture recettive in affitto breve, per garantire la concorrenza e la trasparenza e per contrastare fenomeni di ospitalità irregolare e di evasione fiscale.
Il CIN ad esempio era previsto già da alcune leggi regionali, adesso, invece, è univoco su tutto il territorio nazionale. In questo modo, si ritiene che si possano facilitare le letture e le integrazioni dei dati a livello regionale e nazionale, oltre che a semplificare i controlli contro le irregolarità.
La Banca Dati Nazionale delle Strutture Ricettive è già entrata in vigore, ma il Ministero del Turismo ha previsto un periodo di tolleranza per adeguarsi fino al 2 novembre. Anche per le sanzioni si prevede una tolleranza, dato che verranno applicate a partire dal 2025.
Cedolare secca e affitti brevi
Il Governo, ha inoltre previsto un diverso regime fiscale per gli affitti brevi a partire da gennaio 2024.
Nella Legge di Bilancio 2024 (quindi in vigore dal 1° gennaio 2024) è stata prevista l’aliquota del 26% in forma di cedolare secca. Questa aliquota è applicabile ai redditi derivanti dai contratti di locazioni breve stipulati da persone fisiche, nel caso di destinazione alla locazione breve di più di un appartamento per ogni periodo di imposta.
La legge prevede anche quali sono gli obblighi a carico dei soggetti che esercitano attività di mediazione per questo tipo di affitti (per intenderci i portali di prenotazione online). Per tali soggetti, qualora incassino o intervengano nel pagamento dei canoni, la ritenuta sarà considerata a titolo di acconto.
Ti è stato utile questo articolo? Se sì, condividilo!