In questi due mesi di chiusura forzata, abbiamo cercato di capire, giorno dopo giorno cosa ne sarebbe stato del nostro lavoro e del mercato immobiliare.
Abbiamo letto interviste, newsletter in cui si parlava di tutto e del suo contrario, assistito a video di agenti immobiliari o manager di gruppi immobiliari nazionali, fare previsioni di ogni tipo, anche se in realtà non sapevamo neanche se e quando avremmo potuto ricominciare a lavorare e in che modo.
C’è stato chi ha millantato attraverso i social media un telelavoro che solo fino ad un certo punto si confà al nostro settore. Abbiamo visto portali immobiliari inventarsi nuovi presunti strumenti risolutivi del problema del distanziamento fisico.
E alla fine di tutto, non ci abbiamo capito nulla. Lo ammettiamo senza vergogna. E lo facciamo perché abbiamo la consapevolezza che molto è cambiato nel tessuto socio economico dell’Italia in questi mesi di chiusura totale. Ancora di più forse lo è in città medio piccole come quella in cui viviamo. La maggior parte di questi cambiamenti sono ancora sotto traccia e probabilmente ne vedremo le conseguenze solo fra molti mesi.
Per riempire i giorni di lockdown si è già detto di tutto sul futuro del mercato immobiliare.
Abbiamo individuato alcuni argomenti che saranno il fulcro del nostro lavoro e, per questo, andranno monitorati, cercando, ovviamente di anticipare le future tendenze.
- I prezzi di vendita e i canoni di affitto.
Si alzeranno? Resteranno stabili o si abbasseranno ulteriormente? E sarà possibile fare una previsione generalizzata per l’intera Penisola o a seguito di questo evento aumenteranno le differenze e le specificità di singoli mercati locali?
Quello che possiamo dire è che i canoni di locazione per le abitazioni, nel tempo, mantengono una certa stabilità, con delle oscillazioni minime. La stessa cosa non si può dire per quanto riguarda la vendita.
Dalla crisi economica del 2008 i prezzi degli immobili sono diminuiti di oltre il 40% e il trend, soprattutto in città medio piccole del meridione, continuava ad essere negativo. Di certo influiva (e mi sento di poter affermare che continuerà a farlo) lo stato dell’immobile. Probabilmente sarà ancora più importante valorizzare le case “usate” per riuscire a sostenere il prezzo di vendita richiesto.
Fino a tre mesi fa un problema sociale molto rilevante era dato dallo spopolamento delle nostre città medio piccole, a favore di realtà settentrionali generalmente più industrializzate e con maggiori possibilità lavorative. Questo determinava una situazione di sproporzione fra domanda e offerta abitativa. Adesso, a fronte di quanto accaduto, ci saranno persone e famiglie portate a ritornare nei luoghi di origine?
Abitazioni e locali commerciali: due diversi scenari
Un discorso diverso penso varrà per i locali commerciali. Dipende da quante attività supereranno questi mesi di chiusura e le limitazioni necessarie per proteggere la salute di clienti e lavoratori. Se in molti decideranno di chiudere, non è semplice immaginare quanti decideranno di aprire. Per questo motivo penso che per l’uso diverso dall’abitativo si potrà prevedere un calo dei prezzi di vendita, ma anche dei canoni.
- Tipologia di immobile
Appena iniziata la quarantena obbligatoria ho pensato che alla ripresa la scelta degli immobili sarebbe andata su case più grandi, con spazi esterni e magari con cortili attrezzati per i bambini.
Dal quattro maggio, non abbiamo avuto questo riscontro, mentre in molti ci hanno contattati per case in campagna.
Forse è presto per capire se il trilocale verrà rimpiazzato come immobile più venduto e affittato. Molto dipenderà dalla ripresa economica.
Prezzi, tipologia di immobili, affitti turistici e studenti. Cosa accadrà?
- Affitti turistici
Cosa accadrà all’affitto turistico è un’incognita, se possibile, ancora più grande delle altre.
A Caserta, a seguito del ritrovato interesse turistico per la Reggia Vanvitelliana, in molti proprietari di immobili in centro storico hanno scelto di iniziare una piccola attività di Bed and Breakfast.
Adesso, dopo essere stati obbligati alla chiusura, senza sapere se e quando potranno riaprire, senza sapere se le persone ricominceranno a circolare e in che modalità, è probabile che penseranno di tornare ad affittare per periodi più o meno lunghi, uscendo così dal circuito turistico.
Oppure semplicemente attenderanno che la situazione si stabilizzi. Non possiamo dirlo con sicurezza.
Certo è che in una città piccola, con vocazione turistica non estremamente radicata e, soprattutto non di lunga permanenza, è probabile che, se le normative sanitarie saranno costose da rispettare, non sarà economicamente vantaggioso portare avanti questo tipo di attività.
- Gli studenti
Le lezioni universitarie sono state sospese a fine febbraio e quasi tutti gli studenti che studiano in città (compresi quelli partecipanti al progetto Erasmus) sono tornati a casa. Hanno lasciato le stanze che occupavano e da due mesi pagano ovviamente un affitto senza sapere quando potranno tornare.
Ma la domanda principale riguarda per lo più il nuovo anno accademico.
Quanti studenti si immatricoleranno in Atenei fuori Regione? La risposta a questa domanda porterà a capire se il mercato delle stanze come lo abbiamo conosciuto fino ad adesso a Caserta resterà uguale oppure cambierà e in che modo.
Penso che parte del nostro lavoro sia capire le tendenze, per indirizzare e consigliare al meglio i clienti. Penso anche che sia troppo presto per avere risposte o anche solo ipotizzarle.
Rimaniamo in attesa di novità normative, con la speranza che il sostegno al settore immobiliare sia il più cospicuo possibile.